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lunedì 6 agosto 2012

Sydney - Lo zoo e i sobborghi di Balmoral Beach

Colazione, sottotitolo: la grande abbuffata. Salsicce, uova strapazzate, bacon, pane tostato, burro, marmellata, pomodoro grigliato e succo d'arancia. Mancano solo peperonata e porchetta arrosto. Sfoglio il "The Australian", quotidiano locale. Nessun omicidio, nessuna rapina, nessun politico sorpreso a fare il bunga-bunga con la "nipote" di Mubarak. Solo un paio di medaglie olimpiche a rompere la monotonia quotidiana. Fare il giornalista qui, commenta Davide, deve essere veramente difficile.
Torniamo a Darling Harbour e la Clare ci viene incontro. Domanda di rito: italiano o inglese? Sono passati 9 anni dal suo soggiorno a Modena. Inglese.
Taronga Zoo. Il nostro primo koala. Poi canguri, wallaby (che sono "wallaby", non "little kangaroo"), il fantomatico ornitorinco (plantypus per gli Aussie), la fantascientifica echidna, l'emu, l'(o)possum e altri animali usciti da un fantastico bestiario. Sotto di noi la baia di Sydney o meglio, il Sydney Harbour ("It's a harbour, not a bay!", tuona Clare).
Arriviamo a Balmoral Beach passando per gli esclusivi ("leafy") sobborghi di Sydney: bellissimi cottages, con i loro curatissimi giardinetti, alberelli verdi, ragazzini che passeggiano con la divisa della scuola... siamo a Cambridge, non a Sydney!
Pranzo con ostriche, gamberi e fish & chips, seduti sul molo, prendendo il sole. Ci sono più di 20 gradi e qualche ardimentoso fa il bagno, protetto dalle reti anti-squalo.
Il fratello di Clare ci dà un passaggio in macchina fino al molo e riprendiamo il traghetto per Circular Quai. Il pomeriggio finisce al Victoria Building, lo shopping center più modaiolo della città, davanti ad una tazza di the. E' il momento dei saluti. Ci auguriamo arrivederci, perchè sarebbe bello tornare presto a Sydney.
Per cena si va a Chinatown, con le sue insegne luminose, l'odore di fritto, i gruppi di cinesi che affollano le strade.  Dopo aver mangiato al Golden Age, il jetlag ricomincia a farsi sentire. Nessun pub aperto, per cui non ci resta che andare a dormire.

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