NEL LETTO DEL VENTO: Sydney - A spasso per i The Rocks WebShake – viaggi

domenica 5 agosto 2012

Sydney - A spasso per i The Rocks

Arriviamo a Sydney all'alba. Sotto le nuvole, cielo nero, ocra, turchese. L'aria è frizzante, il cielo si illumina di azzurro intenso.
Ci mettiamo in coda ai controlli in entrata, davanti a noi cartelli che avvertono che l'importazione di salsiccia, yogurt e mortadella è punibile con la morte. Noi siamo due poveri italiani, portatori di qualche bustina di Oki e un paio di blister di compresse di Moment e le porte dell'Australia si aprono di fronte a noi abbastanza velocemente.
Siamo dall'altra parte del mondo! A testa in giù!
Albergo, doccia veloce e parte l'esplorazione.
Il quartiere dei Rocks è un inno alla verticalità: grattacieli sfavillanti svettano accanto ad edifici vittoriani. Lo skyline è un susseguirsi di torri su cui svetta la dorata Sydney Tower.
Passeggiata per i viali di Hyde Park (con tanto di "Speakers' Corner"),  proseguendo per i Royal Botanic Garden. Decine di kakatoo e ibis gironzolano per i prati verde smeraldo.
Arriviamo alla Mrs Macquarie's Chair, costeggiando il mare. Dientro la punta ecco, finalmente, la cartolina di Sydney: la combinata Opera House/Harbour Bridge. I giapponesi mitragliano con le loro Nikon. Io li imito. Gli australiani sorridono e proseguono nel loro jogging lungo la baia.
Il fuso traditore comincia a farsi sentire. La palpebra cala e il praticello inglese, all'ombra dei maestosi ficus, è come il richiamo di una sirena... Davide mi trascina lontano dal pericolo a forza.
Arranchiamo verso l'Opera House, fantasmagorica conchiglia illuminata dal sole. Decine di barche a vela navigano nella baia, grazie ed una piacevole brezza. Un giro attorno al monumento più celebre della città e torniamo verso i The Rocks, seguendo una sfilata di bistrot con affaccio sul mare, Circular Quai e le code per salire sui traghetti, il digeridoo tecno. Pranzo in un grazioso pub rannicchiato sotto l'Harbour Bridge, prima di deviare verso l'"osservatorio" e tornare in albergo, ormai prossimi allo svenimento.
Dopo un sonnellino ristoratore, cena al Darling Harbour, con un succulento "blue eye" alla griglia, guardando le barche a vela ormeggiate nel porto in occasione del Salone Nautico.
Ben presto Morfeo ci reclama nuovamente fra le sue braccia e non riusciamo a resistere alla tentazione di buttarci nuovamente sul comodo materasso del The Grace.
Good night, Sydney!

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