NEL LETTO DEL VENTO: 9 ago 2012 WebShake – viaggi

giovedì 9 agosto 2012

Red Center: King's Canyon


Fuori è ancora buio, quando ci prepariamo a iniziare il nostro viaggio verso King's Canyon.

495 km nell'outback australiano.
Imbocchiamo la mitica Stuart Highway che collega Alice Springs ad Adelaide, migliaia di km a sud.
Intorno a noi il rosso è il colore dominante, interrotto da alberi, cespugli gialli, distese di spinnifex.

La strada corre dritta per decine di chilometri e incrociamo poche auto provenienti dalla direzione opposta. Più numerosi i mostruosi roadtrain: autorimorchi lunghi oltre 50 metri, che mordono l'asfalto ad oltre 100 km all'ora. Lungo la hwy, i cartelli invitano alla prudenza, segnalando il pericolo rappresentato dagli animali selvatici. Il ciglio è, infatti, un cimitero di uccelli e, soprattutto, di canguri investiti. Una "strage degli innocenti" a cui non riusciremo a far l'abitudine, neanche dopo 3 settimane di viaggio.

Raggiungiamo la nostra meta, il King's Canyon Resort, intorno a mezzogiorno. E' curioso avere tanti comfort in mezzo al nulla.
Giusto il tempo di posare il bagagli, calzare scarpe da trekking e si parte per l'esplorazione del canyon.

Dopo una ripida salita che dà l'accesso alla sommità delle gole, la passeggiata si snoda tranquilla per oltre 6 chilometri, fra fantasie di arenaria rossa.


Costeggiando il canyon, in cui cresce una lussureggiante vegetazione, arriviamo al Garden of Eden: vero paradiso terreste, un'istantanea di com'era la terra milioni di anni fa. Fra gigantesche palme e cespugli di una pianta parente prossima della mimosa, scorre un ruscello che forma una piscina di acqua smeraldina alla base di un abside di roccia rossa. Alcuni falchi volteggiano sul canyon, lanciando stridule grida.

Proseguiamo in mezzo ad un labirinto di forme fantastiche, a metà strada fra uno ziggurat e le teste dei templi cambogiani, che ricordano le formazioni del Purnululu National Park, nel Western Australia.

 


Ritorno al resort con foto di rito del canyon al tramonto e poi ecco finalmente la croce del Sud e le costellazioni sconosciute dell'emisfero australe. La Via Lattea è un velo di diamanti steso nella notte. Contiamo le stelle, cadute in un bicchiere di bianco del Margaret River, in attesa del dingo.

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