NEL LETTO DEL VENTO: 29 ago 2012 WebShake – viaggi

mercoledì 29 agosto 2012

Karijini NP - Weano Gorge e Hancock Gorge - Newman: dai canyon alle miniere

Karijini NP - Weano Gorge
10 chilometri di strada sterrata de merd (come dicono a Parigi) e arriviamo al polveroso parcheggio della Weano Gorge. 
Il panorama che si gode dall'Oxley Lookout è impressionante, soprattutto per chi, come me soffre di vertigini: aggrappata alla balaustra di una terrazza d'acciaio, guardo con terrore la parete di arenaria rossa che precipita sotto di me per più di 100 metri (aiuto...), fino alla Junction Pool, punto di incontro fra la Weano Gorge, la Red Gorge e la Hancock Gorge. Il lago è sovrastato da un enorme pilastro di roccia rossa:  l'Oxley Cliff.
Foto di rito e mi precipito in salvo, con la terra sotto i piedi.
Giriamo qualche minuto in tondo prima di trovare il sentiero che scende ripido per qualche centinaio di metri nella Weano Gorge. Imbocchiamo un sentiero stretto fra le pareti di roccia, passando sotto enormi eucalipti. Arriviamo al primo ostacolo: per proseguire occorre attraversare un laghetto di acqua gelida. Sono le 9 del mattino e non ho alcuna voglia di tuffarmi nell'acqua a 10 gradi. Via i pantaloncini, le calze e le scarpe, rimango in maglietta e costume. Entro nell'acqua fino alla vita. Shit! (come dicono a Londra) Mi aggrappo come un geco alla parete, per riuscire a stare fuori dall'acqua, e strisciando lungo la roccia arrivo dall'altra parte.
Karijini   NP - Weano Gorge
Weano Gorge - Handrail Pool
Ci rimettiamo le scarpe e dopo pochi passi, altro ostacolo: nuovo laghetto da guadare. Stavolta non ci pensiamo neanche a spogliarci. Strisciamo  sulle rocce rosse e aggiriamo specchi di acqua cristallina, fino ad infilarci in un canyon così stretto che stando al centro, non è possibile allargare del tutto le braccia. Il cielo è ridotto ad una fetta blu sopra le nostre teste. In fondo al canyon, la roccia si stringe attorno a noi e lascia spazio solo ad un laghetto che è un cerchio perfetto di ruggine e cristallo. Oltre, la roccia sotto i nostri piedi è liscia e scivolosa e si trasforma in uno scivolo dove il torrente (ormai solo un rigagnolo) si tuffa nella Handrail Pool. Memori dei cartelli che raccontavano il  travagliatissimo salvataggio di uno sfortunato che lì si era rotto una gamba, decidiamo prudentemente di tornare sui nostri passi.
Karijini NP Hancock Gorge
Karijini - Hancock Gorge
Mezz'ora dopo siamo all'imbocco della Hancock Gorge. Scendiamo nella gola, aggrappandoci ai gradini di una scala di ferro. Il sentiero segna livello 5 (alpinistico): fine della passeggiata, da qui in poi si fa sul serio. Lo schema inizia con l'attraversamento di un altro laghetto gelido. Scarpe al collo entro nell'acqua ghiacciata. Il fondo è ghiaioso e le pietre aguzze mi tormentano i piedi. Ho le lacrime agli occhi per il dolore ma stoicamente proseguo, nonostante ogni passo sia una sofferenza. Esco dall'acqua e mi rimetto le scarpe. Sospiro di sollievo.
Kermit's Pool
Nello schema successivo aumenta la difficoltà: bisogna strisciare sulle pareti del canyon, aggrappandosi alle sporgenze della roccia. Ce la facciamo senza problemi e, superato il livello, eccoci allo Spider Walk. Mi domando se il nome derivi dai ragnacci che infestano i buchi fra le rocce (speriamo che Davide non se ne accorga...) o dal fatto che si può avanzare solo facendo perno su braccia e gambe, tenendole aperte e puntellandosi alle pareti della gola, perchè il fondo è scivoloso come sapone e quindi impercorribile. Infatti, la pressione dell'acqua sulle caviglie a tratti è così forte da spostarci i piedi.
Alla fine del livello la ricompensa: arriviamo alle acque turchesi della Kermit's Pool. Siamo molto orgogliosi della nostra impresa.
Oltre il lago, ci vogliono corde e imbrago per proseguire, anche se i colori della Jade Pool che scorgiamo in lontananza sono davvero stupefacenti.
Si torna al punto di partenza e dopo un breve scambio di opinioni, decidiamo di intraprendere il viaggio di ritorno per Perth.
L'ingegnere calcola i consumi del mezzo e per prudenza facciamo tappa per il rifornimento a Mujina Roadhouse, dove vediamo dei roadtrain che trasportano anche 4 rimorchi. Poi proseguiamo per Newman, cittadina mineraria a circa 200 chilometri.
Arriviamo a destinazione in serata e riusciamo a scorgere in lontananza l'enorme miniera di ferro a cielo aperto: una smisurata voragine che sembra essere frutto dell'impatto di un meteorite. Downtown è un continuo viavai di fuoristrada e di operai coperti di polvere rossa. Nel campeggio c'è persino una lavatrice destinata agli abiti da lavoro, impregnati di terra rossastra. Guardiamo il tramonto, mentre i lavoratori rientrano nelle loro casette di lamiera, molti con una cassa di birra sulle spalle. Deve essere duro vivere ogni giorno qui, in mezzo al nulla, trascorrendo giornate tutte uguali, respirando polvere di ferro e terra australiana, per quanto il lavoro sia altamente remunerato. Eppure, anche qui, la gente è cordiale e nessuno nega un sorriso quando ti incrocia. Benchè non ci siamo musei, parchi nazionali o meraviglie naturali, questo posto ha un suo particolare fascino: sembra di essere su Marte, soprattutto per chi, come noi, è abituato a vivere nelle verdeggianti e addomesticate distese della Pianura Padana.

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