NEL LETTO DEL VENTO: Padovani gran dotori WebShake – viaggi

sabato 16 marzo 2013

Padovani gran dotori

Padova
Un filastrocca popolare recita:
"Veneziani gran signori,
Padovani gran dotori,
Visentini magna gati,
Veronesi tuti mati
"

Passeggiando per le vie di Padova, con le sue migliaia di studenti, che affollando le aule dell'università fondata nel 1222, si capisce dove sia nato il verso sulla città. 
Cortile Università
Dopo una piacevole passeggiata per l'immenso Prato della Valle, ci infiliamo per le vie strette, lastricate di ciottoli del quartiere ebraico. I portici bassi sono un susseguirsi di deliziosi negozi e di localini che la sera traboccano di ragazzi.
Prato della Valle - Ricordi nel canale
Il vociare degli studenti si contrappone al silenzio delle navate dell'imponente cattedrale consacrata a Sant'Antonio, protettore della città e destinatario della profonda devozione dei pellegrini che arrivano qui da tutto il mondo. Prima di entrare in chiesa, i devoti del santo acquistano i ceri in vendita nelle bancarelle traboccanti di immagini votive, al limite del kitsch: maggiore la dimensione del cero maggiore la fede nei poteri del santo. Dentro la chiesa, decine di fedeli fanno la coda per ammirare le reliquie del santo, che è stato smembrato e riposto in reliquiari d'oro, tempestati di gemme. Uno stridente contrasto con la povertà di Sant'Antonio in vita.
Padova - Piazza della Frutta
Un tronfio Gattamelata, in groppa al suo bronzeo destriero, troneggia sulla piazza.
Arriviamo al Palazzo della Ragione e ci stordiamo vagando per l'enorme Salone a testa in sù, ad ammirare i cicli di affreschi: segni zodiacali, dei, santi, scene di arti e mestieri si mescolano in un linguaggio esoterico di cui abbiamo dimenticato il significato.
Attraversiamo piazza delle Erbe e piazza della Frutta, ancora affollati di bancarelle, nonostante sia tardo pomeriggio e ci troviamo sotto la torre dell'orologio di Piazza dei Signori.
Padova - Piazza dei Signori
E' giunta l'ora di visitare la Cappella degli Scrovegni. Per un quarto d'ora cadiamo preda della sindrome di Stendhal, storditi dalla potenza della pittura di Giotto. Restiamo a bocca aperta davanti alla rappresentazione del Giudizio Universale, dove i dannati, nudi ed indifesi davanti al giudizio divino, si contorcono pugolati, torturati da orrendi demoni, mentre schiere di cherubini dalle ali colorate, innalzano inni alla potenzia di Dio. Soltanto gli affreschi della Cappella Sistina e del Duomo di San Francesco ad Assisi, mi hanno regalato emozioni così forti.
Torniamo verso la piazza del duomo, dove i ragazzi bevono uno spritz seduti ai tavolini all'aperto. Prendiamo ispirazione e ne ordiniamo un paio, accompagnati da golosi stuzzichini.
Si è fatta sera, ma ci arrendiamo alla stanchezza, non essendo abbastanza ubriachi per confonderci con la folla vociante degli studenti.

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