NEL LETTO DEL VENTO: 4 ago 2013 WebShake – viaggi

domenica 4 agosto 2013

Bologna - Cape Town - Si parte!

Valige chiuse, porte sprangate, mi assale il solito dubbio "Avrò dimenticato qualcosa?". La fretta di partire prevale e carico i bagagli in macchina. Superata la solita, stancante routine dei controlli aeroportuali, inizia il viaggio. Già sul volo si respira profumo (e non solo) di esotico, perchè l'aereo è stipato di indiani, pakistani e turchi, che tornano a casa dalle famiglie. Soltanto stipare i bagagli a mano nelle cappelliere diventa un'impresa. Sbuffo. La mia routine quotidiana è fatta di persone pulite, silenziose e profumate, che non si porterebbero in aereo borse di plastica delle dimensioni di un canotto gonfio, ma qui tutto è diverso e viaggiare è entrare in contatto con una realtà meno asettica e controllata di quella a cui siamo abituati. 
Sforzo di pazienza e sorrido al pakistano di fianco a me, che ascolta musica araba dal suo telefonino, a tutto volume. 
Due ore e mezza e puntuali arriviamo ad Istanbul. Dai finestroni dell'aeroporto si vede il Bosforo e le decine di navi che solcano le sue acque e la metropoli in lontananza, con le sue decine di minareti. Inganniamo la lunga attesa del prossimo volo, girando come cavie stordite in questo labirinto di coffe shop e duty free, poi ci intrufoliamo in un gate deserto e guardiamo le decine di mezzi strampalati che, con i loro carrellini e rimorchi, sfrecciano a tutta velocità per le piste. La noia è interrotta solo un gruppo di voci bianche di nazionalità sconosciuta e per un attimo la musica ci porta lontano.
Arriva l'imbarco di mezzanotte e il monitor si accende di una scritta promettente "Cape Town". Scopriamo però che prima di arrivare l'aereo ferma a Johannesburg.
Un decollo ed un atterraggio in più su queste diaboliche macchine volanti.
Prendiamo il volo sulla città sfavillante di mille luci, mentre oltre lo stretto, l'Asia si perde nel buio.
L'alba ci sorprende ancora in volo e la prima immagine dell'Africa è una distesa di nubi candide da cui s'intravede una strada rossastra che si perde lontano nel nulla.

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