NEL LETTO DEL VENTO: Fragola e limone: ricordi di un'estate lontana WebShake – viaggi

martedì 15 luglio 2014

Fragola e limone: ricordi di un'estate lontana

Wordle: VentoSalato

Tutti ricordiamo l'eccitazione delle partenze per il mare durante le vacanze scolastiche: la macchina carica all'inverosimile, le valigie rigonfie, i nostri genitori agitati, nervosi, le lunghe code in autostrada.
Poi, finalmente, dopo ore di caldo e noia, ecco finalmente il mare, una sottile striscia azzurra contro il cielo blu, alla fine di quella interminabile linea d'asfalto.

Ricordo quella voglia incontenibile di gettare via i vestiti, mettermi il costume e correre subito in spiaggia per riabbracciare gli amici lasciati l'anno prima. 


Mi basta chiudere gli occhi ed ho di nuovo sulle labbra il gusto un po' chimico dei ghiaccioli alla fragola o al limone, i primi batticuore per quel ragazzo biondo di cui ho smarrito il nome, il sapore della salsedine sulle braccia, gli ombrelloni a righe bianche e blu e il venditore che grida "cocco fresco! cooooccoooo bellooooooo!".
Come fosse ieri, aspiro il profumo delle creme solari, assaporo quella deliziosa focaccia calda e unta, mentre la mia mamma continua a ripetere il fastidioso mantra "devi aspettate un'altra ora prima di fare il bagno". 

Sento sotto le unghie lo scricchiolio della sabbia bagnata mentre scavo una buca fino a veder zampillare l'acqua di mare. In sottofondo le note dell'ultimo tormentone di Festivalbar. 

Corro tenendo per mano la mia amica dai capelli lunghi, mentre cerchiamo di schivare i gavettoni di ferragosto, che ci piovono addosso da tutte le parti, sotto forma di palloncini colorati.

Cambia il fotogramma in questo film un po' strampalato, dove la fantasia si confonde col ricordo, ed ecco che trascino mia sorella sulla sabbia, tenendola per i piedi, utilizzando il suo sedere per costruire la parabolica della pista per le biglie, dove far sfrecciare le vetture di Formula 1, imprigionate in sfere di plastica colorate. Io rido, lei mi fa il broncio. Dopo la partita raccogliamo gli smeraldi ed i turchesi sul bagnasciuga, mentre le onde ci spruzzano il viso, perchè il mare è magico ed è capace di trasformare in rare pietre preziose vecchie piastrelle e cocci di bottiglia.

La giostra dell'amarcord continua a girare, come i pedali del pattino bianco e rosso, che scivola sulle onde fra le nostre grida di gioia.
Improvvisiamo una gara di tuffi e qualcuno mi tira per i piedi sott'acqua. Riemergo sputacchiando, i capelli fradici incollati sul viso. Le mani bagnate sono ormai diventate rugose come prugne secche e qualcuno dal bagnasciuga mi urla di uscire dall'acqua.

Suona il telefono. Il sogno è svanito. A Bologna è un'afosa giornata di luglio e in ufficio si sopravvive solo grazie ai ricordi e all'aria condizionata.

Fino alla prossima vacanza.

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