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martedì 9 settembre 2014

Bretagna a vela - La lunga rotta verso il Raz de Sein

Per i velisti ci sono luoghi geografici che assumono uno speciale significato, perchè rappresentano la metafora di un passaggio catartico, di un traguardo raggiunto, di un ostacolo superato.

Chi non ha mai sognato di doppiare Capo Horn o il Capo di Buona Speranza e di stappare una bottiglia con le impressionanti rocce del Cabo de Hornos sullo sfondo brindando al successo dell'impresa? Sono ricordi indelebili, capaci di dare significato alla vita di chi ha avuto la fortuna di sperimentare quest'esperienza.

Dopo il nostro primo viaggio a vela in Bretagna, nel 2010, un punto era diventato il nostro personale Capo Horn: il Raz de Sein. Per una serie di circostanza sfavorevoli non eravamo riusciti a raggiungerlo e quel fallimento bruciava ancora.
Così dopo quattro anni, eccoci di nuovo qui, alle prese con questa sfida, mettendo alla prova le nostre capacità. La testardaggine certamente non ci manca e neanche l'entusiasmo per tentare questa piccola, ma significativa impresa.

Ma cos'è il Raz de Sein?
Questo passaggio, che si trova fra l’Ile de Sein e il Point du Raz, è la via più diretta per risalire verso Nord, visto che il mare tutt’intorno all'isola è cosparso di insidiosi scogli per almeno 15 miglia verso il largo. Aggirarli è, quindi, fuori discussione, perché ciò vorrebbe dire andare incontro ad una lunghissima deviazione.


Quello che rende questo passaggio così complicato è la combinazione fra il vento e la corrente generata dalla marea che, in alcuni momento della giornata, può arrivare a sfiorare la velocità di 6 nodi. E’ possibile, quindi, tentare di passare soltanto in un preciso momento: quando la marea inverte il suo flusso da nord a sud. 

Da Lorient, dove ci troviamo, la strada verso il Raz de Sein è lunga: oltre 55 miglia, in rotta diretta. Decidiamo, quindi, di spezzare il viaggio in due tappe: la prima fino al suggestivo porto di Concarneau e la seconda da Concarneau al Porto di Audierne, che dista circa 10 miglia dal Raz e rappresenta, quindi, una tappa quasi obbligata per chi vuole affrontare questo passaggio.



Fino a Concarneau la navigazione è quasi piacevole, nonostante il vento sostenuto e il cielo a tratti plumbeo. Arriviamo in porto al tramonto e ci ormeggiamo proprio davanti alla cittadella che racchiude il centro storico. Qui incontriamo la barca di Mare Bretone, a quanto pare gli unici altri italiani che navigano in questi giorni in Bretagna. Sarà la prima e l’ultima occasione, in queste due settimane in Bretagna, in cui sentiremo parlare italiano in porto.
Porto di Concarneau
Concarneau - Il Porto
Ripartiamo all’alba, perché ci aspettano oltre 30 miglia di navigazione. Il meteo non è dei migliori: vento da Nord-Ovest che, sotto raffica, supera i 30 nodi, mare formato con onde da Nord, che ci ci corrono incontro, rallentandoci e costringendoci a bordeggiare.
La navigazione è scomoda e quando arriviamo a Penmarch, siamo già stanchi. Teniamo duro, sotto lo sguardo severo dell’imponente faro di Eckmuhl che, da lontano, spicca come una sentinella solitaria sulla bassa costa circostante. Il fondale basso genera un’onda veramente fastidiosa e ci teniamo al largo per cercare di evitarla, visto che, io e Lele, cominciamo ad avvertire un fastidioso mal di mare.
Penmarch con l'impressionante faro di Eckmuhl

Nel tardo pomeriggio, scorgiamo finalmente le case bianche di Audierne e il piccolo porto di Sainte Evette, davanti ad una meravigliosa spiaggia dorata, che si tuffa nel mare turchese. Dopo aver imprecato contro i pescatori locali, facendo lo slalom fra i numerosi gavitelli, ci ormeggiamo ad una boa ancora disponibile e siamo così stanchi da non aver neppure voglia di scendere a terra.

Audierne - Sainte Evette
Alle 8:00 siamo pronti a partire per il Raz de Sein dove dobbiamo trovarci alle 12:20 precise.
Siamo tutti silenziosi e concentrati, anche perché su di noi incombono nuvoloni minacciosi, che non fanno presagire niente di buono. Infatti, quando arriviamo in vista del Point du Raz, ci investe un groppo. Prendiamo una mano di terzaroli alla randa e terzaroliamo anche il fiocco di Padi. L’anemometro schizza ad oltre 30 nodi sotto raffica. 





Passaggio a Raz de Sein. Una piccola sfida.

Sono le 11:30, davanti a noi svetta imponente l'impressionante faro della Vieille, abbarbicato su uno scoglio sferzato dalle onde.
Controlliamo gli orologi: le 11:45.
Il tempo non passa mai, mentre veleggiamo aspettando che la marea si inverta.
Alle 12:00 intorno a noi scorgiamo una decina di barche. Sembra di essere in regata durante le procedure di pre-partenza. Intanto la pioggia ci concede una tregua e alle 12:15, via! 
Bisogna passare il più rapidamente possibile, per cui accendiamo anche il motore di Padi per aiutarci. 
L'impressionante faro della Vieille e la torretta della Plate

Approccio al Raz de Sein
Il Raz de Sein: vittoria!
Il semaforo di Point du Raz ci sorveglia dall’alto, mentre il mare tutt'attorno sembra ribollire, impazzito: le onde a tratti si incrociano, formando dei mulinelli, mentre pochi metri più lontano, la corrente fa sembrare l’acqua quasi calma. 
Una volta oltrepassato il faro di Tevennec, esplodiamo in un urlo di gioia. Ce l’abbiamo fatta! Il Raz è alle nostre spalle!

Sorridenti, superiamo la Baia dei Trapassati e guardiamo il Point du Raz allontanarsi.
Le sue scogliere emergono come enormi lame dalle profondità del mare e restano minacciose e scenografiche anche da lontano.
Il cielo si rasserena e il sole ci riscalda mentre facciamo rotta sorridenti per Camaret-sur-mer.
Un’altra avventura ci aspetta.

2 commenti:

  1. Bellissimo viagio, io preferisco il caldo! CAP HORN ne ho sentito parlare nei fumetti di Tex Willer ma mai piu' credevo fosse in Francia, comunque io credo che alle bocche di Bonifacio tirava piu' correnti di li', cerca il video:Traghetto Controvento, e vidi che puo' essere anche pegio di cosi'!Notevoli anche la zona di Calvi\ilee Rousse, Cap Corse !Mi piace la gente come voi che non si arrende mai,BRavi, COSI' SI FA!Ciaooo

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  2. Grazie per il complimento! Poi riceverlo da una fan di Tex fa ancora più piacere.
    Questo viaggio in Bretagna è stato tosto, ma più si fatica più c'è soddisfazione no? Anche a me piace molto la Corsica (Calvi, Bonifacio, Ajaccio). Se gironzoli un po' per il blog potrai trovare altri post col resoconto della vacanza in barca che avevamo fatto da quelle parti.
    Un abbraccio e buona serata,
    Marzia
    PS Capo Horn per me è un luogo mitico, una metafora e un giorno spero di navigare fino in Cile e farmi un bel selfie con bottiglia di champagne e sigaro come vuole la tradizione.

    RispondiElimina

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