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venerdì 28 novembre 2014

Mont Saint Michel: visitare un sogno sospeso fra cielo e maree


Arrivo a Mont Saint Michel

Sto guidando da ore ormai in direzione di Saint Malo. E’ una giornata meravigliosa e mi riempio gli occhi di meraviglia kilometro dopo kilometro, mentre corro sull’autostrada che attraversa l’Ile-de-France e la Normandia, unendo Parigi a Caen.

Un susseguirsi di cartoline: verdi colline da cui spuntano case di pietra centenarie, con torri di guardia e tetti aguzzi, mucche al pascolo e boschi smeraldo.


Mi avvicino sempre di più al mare, come intuisco dai cartelli segnaletici a fianco dell’autostrada che riproducono spiagge e porticcioli.

La meraviglia che non ti aspetti...


Arrivata a Caen imbocco la superstrada per Saint Malo e dopo pochi kilometri, in lontananza: un miracolo. Spalanco gli occhi in un’espressione di stupore ed esclamo “Mont Saint Michel! Mont Saint Michel!”, ridendo di gioia. In lontananza, contro l’orizzonte, emerge dal mare la sua inconfondibile sagoma: un picco solitario sormontato da una torre aguzza, che punta dritta verso il cielo.

Mont Saint Michel - Bassa marea


Poi la strada scende in discesa e la visione scompare. Rischio l’incidente, mentre guido guardando a destra, cercando di scorgerne nuovamente il profilo. Per una decina di kilometri, Mont Saint Michel riappare e scompare, a intermittenza.

Devo arrivare in fretta a Saint Malo per la Route du Rhum e non c’è neppure uno spiazzo per fermarsi a immortalare il momento.

Dopo le emozioni della partenza della regata, decido che non posso tornare in Italia senza aver visitato uno dei monumenti più famosi del mondo.

Finalmente a Mont Saint Michel


E’ un lunedì mattina di novembre quando parto da Saint Malo, ancora avvolta dalle tenebre.
Piove a dirotto lungo i trenta kilometri di strada che mi separano dalla mia destinazione.
Speravo di godermi un’alba spettacolare, invece, il cielo passa da nero a grigio cemento, mentre la pioggia non accenna a diminuire.

Nonostante le condizioni sfavorevoli, quando arrivo vicino a Mont Saint Michel, lo stupore mi riassale.
C’è qualcosa di profondamente emozionante, mistico, in questa abbazia fortificata, aggrappata alla roccia scura, che emerge dalla pianura circostante.

Cartolina da Mont Saint Michel







Lascio la macchina in uno degli enormi parcheggi a pagamento, a qualche chilometro dall'isola e aspetto che arrivi la navetta (gratuita) per raggiungere la mia meta. Sul bus ci siamo soltanto io una ventina di turisti giapponesi, imbustati dentro improbabili impermeabili di plastica colorata semitrasparente.

Piove...
La nostra autista ci scarica a circa 300 metri dall’ingresso e proseguiamo a piedi, sferzati da violente raffiche di vento che fanno una strage dei nostri ombrelli.

Intorno alla rocca si spalanca l’enorme cantiere della nuova strada che, dal 2015, collegherà Mont Saint Michel alla terraferma e che fa parte di una serie di imponenti opere finalizzate a ripristinare nuovamente l’alternarsi delle impressionanti maree.
Da più di cento anni, infatti, i detriti fluviali che si sono depositati nella piana circostante il monte impediscono alle alte maree di circondare completamente la rocca, creando quello spettacolo magico che siamo abituati a vedere nelle cartoline. La situazione si è aggravata dalla costruzione di una diga nel 1888.

Stairway to heaven
Finalmente eccomi sotto l’arco di pietra che dà accesso al Monte. Dopo aver attraversato un piccolo ponte levatoio, entro nel borgo ai piedi dell’abbazia: un susseguirsi di Mere Poulard, negozi di paccottiglia medievale, creperie turistiche e boutique di souvenir improbabili.

Cerco di mettere un po’ di distanza fra me e i giapponesi e mi inerpico su una scala stretta fra le case dai tetti di ardesia, che luccicano di pioggia. Scopro così il minuscolo cimitero della rocca, con le piccole croci di pietra o ferro e i sentieri di ghiaia chiara. Un oasi di pace, lontana dal turismo di massa.

Continuo la mia ascesa e finalmente arrivo all’ingresso dell’abbazia, poco prima delle 9:00, quando il monumento viene aperto al pubblico. I giapponesi arrivano poco dopo.

Il costo dell’ingresso (9 Euro senza audioguida) non è esattamente economico, ma considerando che si tratta di uno dei più famosi monumenti sullaTerra, è una spesa affrontabile.

Pilastri della terra
Visitando l’abbazia benedettina non si può che rimanere colpiti dalla sua imponenza e, allo stesso tempo, dalla sua eleganza. A partire dall’X secolo, gli edifici si sono sviluppati su più livelli, intorno alla rocca, abbracciandola e difendendola dagli assalti esterni.

Le tecniche costruttive hanno dovuto confrontarsi, oltre che con lo spazio ristretto, con l’impossibilità di utilizzare materiali eccessivamente pesanti. Così ai piani inferiori, tutto è di pietra e poggia su colonne immense, mastodontiche, mentre le sale ai livelli superiori hanno un’architettura snella, elegante, con colonne sottili, grandi vetrate colorate, tetti di ardesia che poggiano su strutture di legno.

La statua di San Michele che sormonta la cupola è stato, invece, aggiunta alla fine del XIX secolo e si trova a 170 metri sul livello del mare!

Per queste sale immense, nel corso dei secoli, sono sfilati gli uomini più potenti di Francia che venivano a chiedere il consiglio dell’abate di Mont Sant Michel, considerato come una più importanti delle autorità religiose.

Mont Saint Michel - Il refettorio

Le pareti, ora spoglie, erano coperte di splendidi e ricchissimi arazzi, spariti durante la Rivoluzione Francese.

Dopo che i rivoluzionari cacciarono i monaci nel 1791, Mont Saint Michel divenne una prigione e tale rimase fino al 1863. I monaci tornarono all’abbazia soltanto nel 1966, nel millenario della fondazione.

Ormai ho perso il gruppo di giapponesi e continuo la mia visita, accompagnata soltanto dall’eco dei miei passi. Mi sento una privilegiata a poter godere da sola di tanta bellezza, senza il vocio di decine di turisti.

Mont Saint Michel - Sala dei Principi

Arrivo al punto più suggestivo della mia visita, lo stupendo chiostro duecentesco: un bellissimo giardino sospeso sotto il cielo, circondato da una serie di colonne, finemente scolpite. Nella parete rivolta verso la terraferma si aprono due grandi finestre da cui è possibile ammirare il paesaggio intorno all’isola.
Mont Saint Michel - Il chiostro

Luci ed ombre
Purtroppo, molti capitelli sono stati sfregiati durante la Rivoluzione, ma questi atti insensati atti di vandalismo non sono però riusciti ad intaccare il fascino mistico di questo luogo fuori dal tempo.

Scendo ai livelli inferiori, dove la luce che filtra dalle vetrate forma suggestivi giochi di luce ed ombre fra le colonne.

Giovanna d'Arco




Termino la visita in un paio d’ore e scendo lentamente verso il capolinea delle navette, camminando piano per le vie lastricate scivolose di pioggia.
Contro il cielo grigio, si staglia il profilo bronzeo della statua della più celebra santa normanna: Giovanna d’Arco, la pulzella guerriera.



Al fondo della passeggiata ritrovo puntualissimi i miei compagni di viaggio giapponesi, che mi accompagnano sorridenti fino al parcheggio.
Torno di malavoglia verso Parigi e il mio aereo per Bologna e mentre Mont Saint Michel scompare piano piano nella foschia in lontananza sorrido e sussurro piano “Au revoir!”
Fra cielo e mare

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