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mercoledì 7 gennaio 2015

Bretagna - Point de Pen-Hir: navigando alla scoperta della penisola di Crozon

La penisola di Crozon è uno slancio di roccia che si protende nel blu infinito, dritta verso l’orizzonte, e quando nel cielo azzurro elettrico navigano nuvole immacolate, sembra di ammirare una fotografia di Plisson.

Penisola di Crozon: paesaggi da cartolina


Oggi a Camaret-sur-mer soffia una leggera brezza da Nord Ovest, il mare è calmo ed è impossibile resistere alla tentazione di stringere il vento nelle vele.
Dopo un’ottima colazione in uno dei caffè del porto, prepariamo Padi e usciamo in mare.
E’ quasi mezzogiorno quando lasciamo il pontile e il sole finalmente ci regala un piacevole tepore, tanto che riusciamo persino a fare meno della cerata.


Navigando attorno alla penisola di Crozon

Facciamo rotta verso Sud, in direzione di Cap della Chevre, che si trova all'ingresso della baia di Douarnenez.
Viste dal mare le scogliere della penisola di Crozon, che si estendono lungo il tratto di costa che da Camaret-sur-mer arriva oltre la Point de Pen-Hir, sembrano ancora più impressionanti: nel punto più alto la rocca precipita a strapiombo per quasi 100 metri. Dal punto più estremo di questo lembo di terra selvaggia, la punta di Pen-Hir, è possibile abbracciare con lo sguardo la costa fino alla Pointe du Raz e, nelle giornate particolarmente terse è possibile persino scorgere e l’isola di Ouessant che galleggia all'orizzonte, ultimo baluardo della terraferma contro l’immensità dell’oceano Atlantico.

Il faro di punta Toulinguet


Dopo aver doppiato il capo di Toulinguet, sormontato da un imponente faro, ci dirigiamo verso il Tas de Pois, una serie di impressionanti scogli che emergono dalle onde partendo dalla Pointe du Pen-Hir.

La punta Toulinguet e la spiaggia di Veryac'h
Mentre proseguiamo nella nostra navigazione ammiriamo queste scogliere selvagge, intervallate da invitanti spiagge dorate, come Pen-Hat e Veryac'h.
Alcuni turisti si godono il sole sdraiati in riva al mare, mentre i più temerari si tuffano nelle fredde acque turchesi.

A metà del tratto di costa fra il capo di Toulinguet e la punta di Pen-Hir, si erge la mastodontica Croce di Pen-Hir (Croix de Pen Hir), il “Monument aux Bretons de la France Libre” (Monumento di Bretoni della Francia Libera), che è possibile raggiungere anche a piedi, partendo da Camaret-sur-mer.
Realizzato fra il 1946 e il 1951 dall’architetto Jean-Baptiste Mathon e dallo scultore Victor-François Bazin, , questo monumento, inaugurato dal Presidente francese Charles De Gaulle nel 1960, onora i bretoni che si sono opposti alla ferocia dell’occupazione nazista durante dal Seconda Guerra Mondiale. Non bisogna dimenticare che queste coste, così come tutti i loro principali insediamenti, durante l’ultimo conflitto mondiale, sono stati teatro di dolorosi episodi, che hanno profondamente segnato la popolazione e ne hanno temprato lo spirito.
Visti dal mare, i numerosi visitatori che si accalcano ai piedi della Croce di Pen-Hir, sembrano delle piccole formichine nere, intorno ad manufatto realizzato da giganti.

La Crox de Pen-Hir


Il passaggio del Tas de Pois

Padi scivola sicura sulle onde e ci avviciniamo rapidamente all'impressionante passaggio del Tas de Pois, la “tazza di piselli”.
Il Tas de Pois
I Bretoni hanno ribattezzato questi scogli con nomi bizzarri, probabilmente ispirati dalla loro forma: Grand Dahouët, Petit Dahouet, Penn-Glaz (“testa verde”), Chelott, Bern-Id e Ar Forc'h (“la forca”).
Secondo le indicazioni dei portolani, tenendo in considerazione il nostro pescaggio (circa 2 metri), è possibile infilarsi in sicurezza fra la “forca” e lo scoglio più esterno, il Tas de Pois Ouest, in un punto dove il fondo, con le attuali condizioni di marea, si trova a circa 10 metri di profondità.
Procediamo con attenzione seguendo attentamente la carta e tenendo l’occhio l’ecoscandaglio.
Il passaggio del Tas de Pois
Come per molti altri passaggi qui in Bretagna, anche in questo caso è fondamentale seguire gli allineamenti. Infatti, basta un errore di manovra o un errata considerazione della propria posizione per finire irrimediabilmente (e letteralmente) a scogli.
Quando ci troviamo proprio nel mezzo, guardo con un certo timore le rocce enormi che escono dal mare cristallino, ai due lati della barca. 
I gabbiani ci scrutano con un misto di curiosità e fastidio comodamente appollaiati sui faraglioni.


Verso Cap della Chevre


Navigando sotto spi
Superiamo il passaggio senza problemi e, dopo aver poggiato, issiamo il nostro bellissimo spinnaker rosso. Ci sentiamo orgogliosi della nostra piccola impresa: dei veri marinai bretoni.
Ci sono una decina di nodi di vento e la nostra barca scivola sicura sulle onde, alla piacevole velocità di 4-6 nodi. 
Respiro il profumo della salsedine e, col sorriso sulle labbra, mi godo le sensazioni che mi arrivano dal timone.

Tenendoci al lasco proseguiamo verso Sud, in direzione di Cap de la Chevre, accompagnati da una decina di altre barche che, come noi, hanno approfittato di questa splendida giornata per fare “due bordi”.
Cap de la Chevre
Mentre governo ammiro il meraviglioso paesaggio che ci circonda: nella scogliera alla nostra sinistra si aprono diverse grotte, alcune delle quali enormi. In alcuni tratti la costa si fa meno ripida e scende verso il mare, creando delle bellissime spiagge, come quella di Kerloc'h, ora deserta.  Il pendio intorno al capo è coperto da una bassa vegetazione nei toni del marrone, chiazzata dal viola dell’erica.

Proseguiamo per circa un’ora e arriviamo proprio sotto Cap de la Chevre, dove inizia la baia di Douarnenez, anche se,  da questa distanza è impossibile scorgere il bellissimo paese, nascosto in un’ansa alla fine della baia.

Il Capitano



Si sta facendo tardi. 
A malincuore ammainiamo lo spinnaker e facciamo rotta verso Camaret-sur-mer, dove ci aspettano gli amici e un paio di Britt, per concludere degnamente questa emozionante giornata.

2 commenti:

  1. Deve essere stata un'escursione fantastica. Tanta invidia!

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    Risposte
    1. Caro Fabio, le Bretagna è meravigliosa e scoprirla dal mare è incredibile.
      Se sei interessato posso indicarti diverse opportunità per navigare lungo le coste bretoni anche senza avere una barca propria o a noleggio.
      A presto e buon vento!

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