NEL LETTO DEL VENTO: 10/01/2012 - 11/01/2012 WebShake – viaggi

domenica 14 ottobre 2012

Valencia: ricordando la Coppa America

Convento del Carmen
Torniamo sui nostri passi, per terminare la visita al centro. 
Impazziamo per trovare il Palazzo del Cervello, che nonostante il nome suggestivo si rivela un edificio piuttosto anonimo. 
Ho appena iniziato il giro e già ho i piedi a zampa di elefante. Rimpiango di non averli sostituiti con un paio di rotelle, sicuramente più comode in questa circostanza.
Dopo la colazione in Plaza de la Reina, gironzoliamo per il Barrio del Carmen, passando sotto la Torres de Serranos . Ci infiliamo in un dedalo di viuzze, che ogni tanto si allargano su suggestive piazzette, circondate da edifici con influenze moresche. Mi accovaccio davanti ad una nicchia in un muro dove qualcuno ha eretto un altare per una famiglia di gatti, passati a miglior vita (dopo aver esaurito le 7 di ordinanza). 
Continua la mia via crucis (voglio dei piedi di ricambio!) con destinazione Torres de Quart: imponente torrione, su cui si scorgono ancora i colpi infertigli in secoli di assalti.

Valencia - Il Porto
Finalmente riusciamo a tornare a Plaza de l'Ayuntamiento e a sederci (hurrà) su un comodo autobus, che ci scarica al Porto
E' una splendida giornata.
Il cielo è proprio del blu che piace a me e il vento agita le bandiere sulla passeggiata, mentre camminiamo sulla banchina, parlando delle imprese di Luna Rossa, di boe e di partenze, di skipper carismatici, di angoli e di virate.
Su un cubo a specchio, la riproduzione della Coppa America, ci ricorda battaglie epiche, eleganti evoluzioni di barche da sogno, davanti a questo specchio d'acqua ora così calmo.

Dell'ultima gloriosa edizione a cui parteciparono i monoscafi, quella dell'ormai lontano 2007, restano soltanto dei capannoni silenziosi e deserti a ricordarci quella finale, in cui Alinghi strappò il titolo a New Zealand, dopo aver battuto Luna Rossa nella finali del Luis Vuitton Cup. 
In religioso silenzio, giriamo intorno alla base di Luna Rossa (progettata da Renzo Piano), guardando le vele che rivestono l'edificio, che ora pendono sfilacciate dalle pareti, come i fantasmi di un sogno smarrito.

Sembra quasi di poter ancora sentire l'entusiasmo delle persone che sono state qui durante quei giorni, durante quelle ore di adrenalina e passione.
Entriamo nel Museo dell'America's Cup e guardiamo avvincenti filmati sul più antico trofeo sportivo del mondo. Sorridiamo quando sullo schermo compaiono le immagini di Azzurra e del Moro di Venezia, così lontane dai mostruosi trimarani che hanno sostituito quelle bellissime signore del mare.

Veles e Vents
Finito l'amarcord, passeggiamo lungo il porto e arriviamo all'edificio progettato da David Chipperfield, il
Veles e Vents, punto esclusivo di osservazione durante le regate. 

E' mezzogiorno: l'ora della paella. Ci deliziamo con una paella nigra (cucinata col nero di seppia) alla Rosa  un ristorante sulla passeggiata con vista sul mare. Ci sono quasi trenta gradi e dopo pranzo ci sdraiamo sulla sabbia, crogiolandoci al sole. Poco lontano, alcuni bambini fanno il bagno.






Lasciamo Valencia, con le scarpe piene di sabbia e il profumo di salsedine nei capelli.
A Modena fa freddo e piove, ma la bellezza valenciana rimane con noi ancora un po' .

sabato 13 ottobre 2012

Valencia: mercati, pesci ed astronavi


Mercado de Colòn
Di giorno, torniamo sui nostri passi, passeggiando per la Grand Via del Marchese del Turia e lungo le vie affiancate da magnifici esempi di art nouveau. Sbuchiamo al Mercado de Colòn, splendido esempio di architettura liberty: mattoni, vetro acciaio e piastrelle policrome. Il vecchio mercato ha lasciato il posto a bar di design e ad alcune boutique gastronomiche. 
Plaza del Ayuntamiento
Raggiungiamo Plaza del Ayuntamiento, su cui si affaccia lo splendido edificio di marmo della Posta Central e il Municipio. Su passanti e turisti domina il pipistrello di bronzo, simbolo della città. 
Mercado Central: pescherie
La piazza è un caleidoscopio di profumi e colori, un viavai di turisti e residenti fra le bancarelle dei fiorai e gli zampilli delle fontane. Puntiamo dritti verso il Mercado Central, con lo stomaco rumoreggia per la fame. 
Scopriamo che il concetto di colazione da queste parti è piuttosto anarchico. C’è chi sorseggia un caffè e gusta un dolce e chi addenta un panino coi calamari fritti annaffiandolo con una bottiglia di bianco. 
Optiamo per una soluzione di compromesso: tostadas con pomodoro e prosciutto crudo e un succo d’arancia, seduti proprio di fronte all’ingresso del mercato coperto, guardando il viavai continuo di turisti e clienti.
Mercado Central
 Ci buttiamo fra la folla. L’interno mi ricorda un po’ Porta Palazzo. Ci inebriamo dell’odore del cibo e dei colori accesi di frutta e verdura. Ci lasciamo trascinare dalla folla e arriviamo nella zona delle pescherie: un tripudio di crostacei, molluschi, cernie dalle bocche spalancate e tonnetti dalla pelle lucida. C’è tutto il mare esposto in qualche decina di metri quadrati.

Il liberty lascia il posto al gotico al palazzo della Borsa della Seta (Lonja de la Seda), con le sue colonne slanciate e i soffitti dorati impreziositi da cassettoni istoriati. 
Lonja de la Seda
Gargoyles, satiri e mostri marini escono dalle pareti di marmo bianco per agguantare paffute contadinelle e marinai incauti. 
Sobbalziamo per una sventagliata di mitra e applausi. Terroristi baschi in trasferta? No, è una sposa che esce dalla chiesa in una fragorosa esplosione di mortaretti. 

Ciutat de les Arts i Les Ciencies
Una veloce puntata nelle vie intorno a Plaza Tossal per immortalare alcuni esempi di street art e poi, dopo aver dato un'occhiata alla Cattedrale, puntiamo dritti verso la Ciutat de les Arts i les Ciències, che ha proiettato Santiago Calatrava, classe 1951, nell’Olimpo delle archistar. 
Graffiti valenciani
Ci aggiriamo attoniti in un paesaggio fantascientifico, disseminato di astronavi (Palau de les Arts Reina Sofía), installazioni aliene (Umbracle e il Museo delle Scienze), occhi giganteschi (Hemisferic) ed arpe colossali (Pont de l'Assut de l'Or). 

Parco Oceanografico
Arriviamo finalmente al parco oceanografico e torniamo bambini per qualche ora, passeggiando nei tunnel di vetro e testa in su, ammirando a bocca aperta pesci di ogni forma e dimensione che nuotano nelle immense vasche. Ridiamo alle evoluzioni dei pinguini e restiamo sorpresi dalle dimensioni dei leoni marini.

Coi piedi ormai gonfi, arranchiamo verso il nostro hotel, passando per i Jardins del Turia. Torniamo in centro per gustare una magnifica cena con tanto di paella al Carosel, seduti in una piazzetta appartata, prima di tuffarci nella movida valenciana fino a tarda notte.

Valencia - Architettura, vela e motori

Pont de les Flors
Si parte alle 21 dall'aeroporto di Bologna.
Due ore di volo e siamo a Valencia: la città dell'architettura d'avanguardia e della velocità, che si tratti di bolidi a vela (America's Cup), a due o quattro ruote (Moto GP e Formula 1), poco importa.
Prendiamo un taxi e percorriamo di gran carriera la statale che ci porta in centro. Intorno a noi luci sfavillanti, viali alberati, ponti traboccanti di gerani.
Paghiamo il taxista (30 Euro) e saliamo nella nostra stanza. Giusto il tempo di lasciare gli zaini e via con l'esplorazione! La notte è giovane e fuori ci sono più di 20 gradi. Meraviglia.
Porta de la Mar
Camminiamo lungo gli ampi viali che portano dal Porto verso il centro storico, passando per la Porta de la Mar e l'adiacente Palazzo di Giustizia (i tribunali mi perseguitano...), facendo rotta verso Barrio del Carmen, cuore della movida valenciana. Davide, che sta studiando da GPS, fa da navigatore.
Restiamo subito stupiti dagli stupendi esempi di Art Nouveau, nelle vie che portano a Plaça della Reina, che insieme a Plaça Ajuntamiento, costituisce il centro nevralgico della città storica. 
Pensavo che Valencia potesse essere simile a Napoli, connubio intrigante di bellezza e decadenza, e, invece, scopro che, per certi versi, mi ricorda l'affascinante Aix-En-Provence, con le sue case curatissime e le piazzette-bomboniera.
A mezzanotte, turisti e locali passeggiano per le strade affollate.
Paserel la de l'Exposiciò 
Passiamo davanti al Mercato Central e arriviamo in Plaza Tossal . Seduti all'aperto, mi godo una caipirinha ghiacciata, guardando il via vai delle "creature della notte".
Partono i primi sbadigli e ci incamminiamo verso l'hotel. Questa volta per attraversare i Jardines de Turia passiamo sul ponte opera dell'archistar Santiago Calatrava: imponente filamento di DNA di cemento e acciaio.

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