NEL LETTO DEL VENTO: 2014 WebShake – viaggi

lunedì 15 dicembre 2014

Bretagna a vela - Camaret-sur-Mer: suggestioni bretoni

Camaret-sur-mer è un delizioso paesino nascosto in un’insenatura nella rada di Brest e, per me, è l'emblema del tipico borgo bretone: scogliere a picco sul mare, un porto affollato di barche a vela e pescherecci, spiagge che scompaiono con l’alta marea, un piccolo cimitero barche, una deliziosa chiesetta e tanti localini affollati, affacciati sul porto.

Camaret-sur-mer
Fin dal primo sguardo si capisce che Camaret, da vecchio borgo peschereccio, si è gradualmente trasformato in una deliziosa località turistica, ma senza snaturarsi e perdere le sue tradizioni originarie.

E’ un ottimo punto di partenza, sia per scoprire i paesaggi mozzafiato della penisola di Crozon, sia per visitare Brest.
Inoltre, dal porto partono i traghetti diretti a Ouessant, all’Ile de Molene e all'Ile de Seine.
Fanno base qui, anche alcune bellissime barche d’epoca come la Belle Etoile, sui cui potrete imbarcarvi per una visita dal mare molto particolare.

venerdì 28 novembre 2014

Mont Saint Michel: visitare un sogno sospeso fra cielo e maree


Arrivo a Mont Saint Michel

Sto guidando da ore ormai in direzione di Saint Malo. E’ una giornata meravigliosa e mi riempio gli occhi di meraviglia kilometro dopo kilometro, mentre corro sull’autostrada che attraversa l’Ile-de-France e la Normandia, unendo Parigi a Caen.

Un susseguirsi di cartoline: verdi colline da cui spuntano case di pietra centenarie, con torri di guardia e tetti aguzzi, mucche al pascolo e boschi smeraldo.

venerdì 7 novembre 2014

Route du Rhum #RDR2014: tifo azzurro a Saint Malo

Ogni quattro anni gli appassionati della vela oceanica si danno appuntamento a Saint Malo, per festeggiare insieme la partenza della Route du Rhum.
RDR 2014 -  Il porto di Saint Malo

Due milioni di sognatori a Saint Malo


Un evento che quest'anno ha richiamato nella città corsara 2 milioni di visitatori, nella settimana che precede la gara.

lunedì 27 ottobre 2014

Route du Rhum #RDR2014: la lunga rotta per Guadalupa

Manca meno di una settimana all’inizio della ROUTE DU RHUM (#RDR2014), una delle regate più famose al mondo.
Meno di una settimana alla mia partenza per Saint-Malo e comincio ad essere veramente emozionata all'idea di poter partecipare a questa festa con altre migliaia di appassionati.

Tutto è nato in una sera di luglio, dopo un paio di birre con Davide, il mio partner in crime. Iniziamo a parlare di vela e regate, delle ultime novità della scena internazionale e di sogni d’acqua e di vento.
Finiamo con un biglietto aereo per Parigi e una meta: la partenza della decima edizione della Route du Rhum.

Cos’è la Route du Rhum?


Ogni 4 anni, dall'ormai lontano 1978, l’antica città corsara di Saint-Malo diventa la capitale della vela oceanica.
I più forti velisti si affrontano sulla barche più veloci, in una dura sfida in solitario, sulla rotta di circa 3542 miglia che da Saint-Malo porta alla meravigliosa città caraibica di Point-à-Pintre in Guadalupa.

martedì 7 ottobre 2014

Volvo Ocean Race - Navigazione estrema

Il percorso (©Volvo Ocean Race)
Manca meno di una settimana alla partenza della Volvo Ocean Race, la più appassionante e adrenalinica regata off-shore intorno al mondo, che terrà impegnati i 7 team in gara per i prossimi 8 mesi.
Un viaggio, un'avventura estrema, che per gli appassionati di vela è ormai un appuntamento fisso.
Qui non si parla di comuni mortali ma di alieni della vela in grado sulla carta di affrontare 38.739 miglia, suddivise in 9 tappe: uno sforzo atletico, psicologico, logistico ed ingegneristico enorme.

VOR 65 (©Volvo Ocean Race)
Di fronte alle immagini (impressionanti) delle passate edizioni due sono le reazioni: incredulità e invidia. Invidia, perché vederli filare sotto spi ad oltre 20 nodi, fa venir voglia di fare un patto col diavolo pur di salire a bordo. Incredulità, perchè quando si vedono le falle negli scafi che si sono aperte durante la scorsa edizione (quella 2011/2012), i disalberamenti ripetuti o le facce allucinate all'arrivo, viene da chiedersi se non ci sia spinti troppo oltre. 

C’è da sperare che queste nuove barche, i VOR 65, sulla carta meno spinte delle precedenti, possano garantire una maggior affidabilità e sicurezza, senza penalizzare lo spettacolo.

Ma cos’è la Volvo Ocean Race?

La Volvo Ocean Race, nella veste in cui la conosciamo oggi, è nata a partire dall’edizione 2005/2006 ed è l’erede della Whitbread Round The World Race, la cui prima edizione risale al lontano 1973.

E’ sempre stata una regata durissima, che ha messo di fronte gli equipaggi alle condizioni di navigazione più estreme, tanto che - purtroppo - ci sono state anche delle vittime. Come nell'edizione 1973/1974, a cui parteciparono anche mostri sacri della vela come Eric Tabarly ed i nostri connazionali Doi Malingri e Giorgio Falck, in cui 3 partecipanti persero la vita.

giovedì 2 ottobre 2014

I love Maremma - Castiglione della Pescaia: consigli per un week-end

Maremma e vela: binomio indissolubile
La Maremma per me è un posto speciale, sinonimo di mare, vento, vela e amici ed è una meta perfetta per un week-end fuori porta,  per godersi le ultime belle giornate di mare prima dell'uggioso inverno padano.
La Maremma mi piace molto più della Versilia, di cui ho sempre mal sopportato la calca modaiola, perchè la trovo autentica, sincera, selvatica e ti svela le sue meraviglie con naturalezza, senza bisogno di trucchi o effetti speciali.

Castiglione della Pescaia
D'altronde, come si può rimanere indifferenti al fascino di Castiglione della Pescaia?
Coi suoi stretti vicoletti in salita, la chiesa di San Giovanni Battista, con la sua strana torre campanaria neogotica (dove io e Davide ci siamo sposati), i parapetti da cui si gode la vista di questo meraviglioso tratto di mare, che da anni ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu



L'isola d'Elba all'orizzonte 
Nelle giornate di cielo terso, all'orizzonte appaiono l'Isola d'Elba, Montecristo, la penisola dell'Argentario, l'isola del Giglio e, in lontananza, si riesce persino a intravedere il profilo della Corsica.

Nell'aria si respira il profumo pungente della macchia mediterranea e dei pini marittimi, che incorniciano le bellissime spiagge sabbiose di Rocchette e Punt'Ala, raggiungibili da Castiglione in mezz'ora di automobile. Ad agosto forse un po' affollate, ma a settembre un vero e proprio paradiso, a costo zero. A differenza della Liguria, infatti, dove per accedere al mare bisogna accendere un mutuo, qui ci sono chilometri e chilometri di splendida spiaggia libera e non si fa fatica a trovare un posto tranquillo.









Punt'Ala - La spiaggia
Se poi camminare un po' non vi spaventa, potete superare il bivio fra la strada di Castiglione e quella che porta a Punt'Ala e lasciare l'automobile nei comodi parcheggi non lontani dalla strada. Dopo una breve passeggiata nella bellissima pineta, raggiungerete un piccolo angolo di paradiso: Cala Violina, con l'acqua turchese e trasparente, che non ha nulla da invidiare a quella della Sardegna.

Castiglione della Pescaia - Terra, mare e cielo


Ma quest'angolo di Toscana, non è solo mare e vento, è anche ottimo cibo, forte di una tradizione gastronomica, che è riuscita a coniugare modernità a tradizione.  Tortelli maremmani, cinghiale con le mele, crostini e pecorino, "ciccia" alla griglia, sono soltanto alcune delle meraviglie che si possono assaporare nei numerosi ristoranti della zona. Ce ne sono moltissimi e, in fondo a questo post, ne ho elencati alcuni, ma uno dei miei preferiti è la Luna di Tirli, locale molto romantico e curato, un po' fuorimano e lontano dal turismo di massa, in cui si narra che un gruppo di appassionati velisti, abbia deciso di intraprendere quella meravigliosa avventura chiamata Luna Rossa, che ha reso ancora più famosa Punt'Ala e ha portato la vela italiana ai vertici mondiali, fino a sfiorare la vittoria dell'America's Cup.

Punt'Ala - Il porto turistico e la spiaggia
Gli amanti della vela non possono, infatti, mancare un giro nel bellissimo marina di Punt'Ala.

Dopo una passeggiata davanti alle vetrine dei negozi alla moda o un cocktail sorseggiato in uno dei numerosi locali guardando le barche ormeggiate nel porto, potrete accomodarvi in riva alla spiaggia che si trova vicino allo Yacht Club, da cui si gode una bellissima vista di questo meraviglioso tratto di mare e dello scoglio dello Sparviero, che i maremmani hanno ribattezzato ""la Troia" (bonjour finesse...).

Se vi fermerete ad ammirare il tramonto dall'alto del promontorio, capirete perchè ogni volta che posso torno qui, nonostante Modena disti quasi 300 chilometri da quest'angolo di paradiso.Perchè nonostante abbia visto questo mare in tutte le stagioni, sia in barca o da terra, ogni volta che arrivo a Castiglione provo un senso di serena meraviglia. I colori della macchia, il rosa delle scogliere, il turchese del mare, il profumo dei pini marittimi, mi restituiscono un senso di pace e mi fanno dimenticare il grigio della vita in città e la frenesia del lavoro. Anche se solo per un week-end.
Provare per credere.

Lo scoglio dello Sparviero

Dove mangiare:

La Terra di Nello
Localita' Poggetti 
Castiglione della Pescaia (GR)
Tel. 347 954 6258
www.laterradinello.it/
La specialità di questo locale è la ciccia (la carne), veramente meravigliosa in tutte le sue declinazione, in un posto molto suggestivo. Non economico (calcolate almeno 35 Euro a testa), ma vale la spesa. Consiglio di prenotare.

Locanda La Luna
Via del Podere, 8
Tirli (GR)
Tel. 0564 945854
Vi consiglio di assaggiare il delizioso cinghiale con le mele. Il conto si aggira intorno ai 40 Euro a testa (considerando il vino).

Gli Attortellati
S.P. 40 La Trappola, 39
Grosseto
Tel. 0564 400059
gliattortellati.com/
Si pagano 28 Euro (bevande escluse) per il menù che è fisso e che viene scelto dalla prima persona che prenota. Arrivare fino al dolce è impegnativo (le porzioni sono abbondanti), ma il gioco vale la candela.

Il Ristoro di Lisa
Valmolina Pian D'Alma, 
Scarlino (GR)
Tel. 3662553666http://ilristorodivalmolina.altervista.org/index.html
Fino a quale tempo fa faceva (a mio parere) i migliori tortelli della zona. L'ultima volta che ci sono andata sono rimasta un po' delusa. La cucina casalinga resta comunque appetitosa e, rispetto ad altri locali in zona, a buon prezzo.

Cala Felice
Via Giuseppe Garibaldi, 
Loc. Puntone, Scarlino (GR)
Tel. 0566 090080
www.calafelice.info/
Bellissimo e romanticissimo ristorante affacciato sul mare. Ottimo il pesce, veramente freschissimo. La location è meravigliosa e Danilo, il gestore, disponibilissimo. Noi ci abbiamo organizzato il nostro ricevimento di matrimonio:-)

Dove dormire

Piccolo Hotel
Via Montecristo, 7 
Castiglione della Pescaia Grosseto
Tel. 0564 937081
Ambiente famigliare e stanze con vista mare. Colazioni meravigliose.

Hotel La Darsena
Via della Dogana, 1
Loc. Puntone, Scarlino (GR)
Tel. 0566 37402
www.hoteladarsena.it/
Buon rapporto qualità prezzo (spesso si trovano offerte su Booking.com). Vicino alla Marina di Scarlino, ad una ventina di minuti da Punt'Ala. Bella piscina. Camere pulite e spaziose.

Maremma Sans Souci
Località Casa Mora
Castiglione della Pescaia (GR)
Tel. 0564 933765
Bellissimo camping in mezzo alla pineta, con spiaggia privata, vicino a Castiglione della Pescaia e alla località Rocchette.

Camping Rocchette
Le Rocchette
Castiglione della Pescaia (GR)
Tel. 0564 941123
Camping vicino alle spiagge delle Rocchette. Bungalow molto graziosi. Meno bello il campeggio.

Agriturismo Il Pino
Loc. Imposto, 47
Scarlino (GR)
Tel. 056637388
http://www.agriturismoilpino.it/
Vicino a Scarlino, ad una ventina di minuti da Punt'Ala. Stanze graziose e spaziose.

Agriturimo Val di Nappo
Pian di Rocca
Castiglione della Pescaia (GR)
Tel. 0564 941343
www.agriturismovaldinappo.it/
Agriturismo molto carino vicino a Punt'Ala. Piscina e appartamenti spaziosi.




lunedì 22 settembre 2014

Palma di Maiorca: un week-end low cost

Due giorno a Palma di Maiorca: cosa vedere

Palma di Maiorca - La Cattedrale
Come si fa a dir di no ad un volo low cost per Palma di Maiorca? E' una tentazione a cui è difficile resistere. E io non ho resistito.
Ma cosa vedere in un week-end? Grazie ai suggerimenti di Cristina Pasin sul suo blog e all'ottima guida del Touring Club Italiano, è stato facile tracciare un itinerario che includesse, arte e relax, ottimo cibo e vagabondaggi alla scoperta dei bellissimi paesaggi maiorchini.

martedì 9 settembre 2014

Bretagna a vela - La lunga rotta verso il Raz de Sein

Per i velisti ci sono luoghi geografici che assumono uno speciale significato, perchè rappresentano la metafora di un passaggio catartico, di un traguardo raggiunto, di un ostacolo superato.

Chi non ha mai sognato di doppiare Capo Horn o il Capo di Buona Speranza e di stappare una bottiglia con le impressionanti rocce del Cabo de Hornos sullo sfondo brindando al successo dell'impresa? Sono ricordi indelebili, capaci di dare significato alla vita di chi ha avuto la fortuna di sperimentare quest'esperienza.

Dopo il nostro primo viaggio a vela in Bretagna, nel 2010, un punto era diventato il nostro personale Capo Horn: il Raz de Sein. Per una serie di circostanza sfavorevoli non eravamo riusciti a raggiungerlo e quel fallimento bruciava ancora.
Così dopo quattro anni, eccoci di nuovo qui, alle prese con questa sfida, mettendo alla prova le nostre capacità. La testardaggine certamente non ci manca e neanche l'entusiasmo per tentare questa piccola, ma significativa impresa.

Ma cos'è il Raz de Sein?
Questo passaggio, che si trova fra l’Ile de Sein e il Point du Raz, è la via più diretta per risalire verso Nord, visto che il mare tutt’intorno all'isola è cosparso di insidiosi scogli per almeno 15 miglia verso il largo. Aggirarli è, quindi, fuori discussione, perché ciò vorrebbe dire andare incontro ad una lunghissima deviazione.


Quello che rende questo passaggio così complicato è la combinazione fra il vento e la corrente generata dalla marea che, in alcuni momento della giornata, può arrivare a sfiorare la velocità di 6 nodi. E’ possibile, quindi, tentare di passare soltanto in un preciso momento: quando la marea inverte il suo flusso da nord a sud. 

Da Lorient, dove ci troviamo, la strada verso il Raz de Sein è lunga: oltre 55 miglia, in rotta diretta. Decidiamo, quindi, di spezzare il viaggio in due tappe: la prima fino al suggestivo porto di Concarneau e la seconda da Concarneau al Porto di Audierne, che dista circa 10 miglia dal Raz e rappresenta, quindi, una tappa quasi obbligata per chi vuole affrontare questo passaggio.

giovedì 4 settembre 2014

Bretagna a vela - L'Ile de Sein: miracolo bretone


Il faro di Sein
Navighiamo verso l’Ile de Sein, un minuscolo fazzoletto di terra che resiste eroicamente agli assalti di un mare insidioso, minato di scogli aguzzi.
Ile de Sein - Il porto
Prima di scorgere l’isola, avvistiamo due dei suoi fari, il feu de Chat e il Men Brial, che emergono dal blu come silenziose sentinelle.
Il faro di Men Brial
Les filets blues
E’ il momento dell’alta marea e i bassi fondali di granito della Chaussée de Sein, sono sommersi dall’acqua. In agguato.

Da lontano la visione dell’Ile de Sein è da cartolina: un miracolo di casette colorate strette l’una all’altra, custodite dallo sguardo del faro bianco di Men Brial che spunta fra i tetti.

Procediamo con cautela nel nostro approccio all’isola, seguendo diligentemente le istruzioni del portolano. Ci sono due vie per entrare nel porto: una consigliata ai principianti (noi), che prevede l’allineamento fra un cardinale fuori dal porto e una striscia nera dipinta su una delle case dell’isola e una per gli esperti, che prevede l’imbocco di uno stretto passaggio a sud-ovest dell’Ile de Sein. 
Un peloso abitante...
Dopo aver affrontato il passaggio più conservativo diamo ancora nel porto e scendiamo a terra.
Ile de Sein - Panoramica
Ile de Sein








lunedì 1 settembre 2014

Bretagna - Tour a vela agosto 2014 - L'itinerario e la barca



Il nostro itinerario

Viaggiare in barca a vela significa adattarsi continuamente alle condizioni del vento e del mare, per cui molto spesso l'itinerario che ti eri immaginato a casa, comodamente seduto alla tua scrivania, è destinato a subire pesanti aggiustamenti e cambi di rotta.
Anche il nostro tour a vela della Bretagna, che inizialmente prevedeva la visita dell'isola di Ouessant e della Cote d'Armor, è stato totalmente stravolto dalla tempesta tropicale Bertha, i cui strascichi ci hanno regalato due giornate di vento forza 7 ed una sosta forzata nel porto di Lorient. 

Non ci siamo fatti scoraggiare e, dopo aver riprogrammato il nostro giro, abbiamo approfittato dello stop imprevisto per visitare la splendida città di Vannes e gli allineamenti di Carnac.

Scesi a patti col meteo, ecco quale è stato il nostro itinerario alla fine delle nostre 2 settimane di navigazione:

Ouessant, anche questa volta, è rimasta un sogno, che però ci dà la scusa per ritornare a navigare in questo meraviglioso mare!







PADI - La nostra barca

Navigare in Bretagna significa affrontare condizioni di navigazione spesso complicate, anche a causa del meteo e delle correnti. E', quindi, fondamentale avere una barca in perfette condizioni di efficienza che vi garantisca non solo confort di navigazione, ma anche sicurezza e affidabilità con mare formato e vento sostenuto.
Padi nel porto di Concarneau (la prima da destra)
Per il noleggio ci siamo affidati alla AC-Atlantic Concept Voile, della quale avevamo letto ottime recensioni. La società ha base del Porto di Kernevel, che si trova a Larmor Plage, vicino a Lorient ed è, quindi, un ottimo punto di partenza sia per veleggiare nella Bretagna meridionale che per risalire verso nord.  
Fra le barche messe a disposizione, abbiamo scelto di affittare un Sunfast 3200, prodotto dal cantiere Jeanneau. 
Mai scelta fu più azzeccata: la nostra Padi (questo il nome della barca), si è comportata perfettamente a tutte le andature: stabile, sicura e performante  in qualsiasi condizioni di vento e di mare, anche nelle manovre in equipaggio ridotto. E' soprattutto alle portanti che ha dato il meglio di sè, regalandoci momenti di incredibile divertimento, merito anche del gioco di vele in dotazione, che comprende ben 2 spinnaker, di cui uno "terzarolabile".
Seppur spartana negli allestimenti interni, dopo averci vissuto per due settimane in quattro persone, posso dire che garantisce comunque una buona vivibilità.
Una bellissima esperienza di navigazione che spero ripeteremo al più presto!




mercoledì 20 agosto 2014

Parigi: 10 cose da fare quando si è innamorati

State organizzando un viaggio a Parigi con la vostra dolce metà, avete gli occhi a cuore e le farfalle nello stomaco? Vi immaginate già a passeggio mano nella mano per le viuzze di Montmartre?
Lasciate perdere i bateaux mouches e la calca del Louvre, ecco i miei consigli su cosa fare a Parigi quando si è innamorati.
Parc Monceau

1) Godersi un pic-nic al Parc Monceau

Adoro questo meraviglioso parco nell’8° arrondissement (Metro Monceau), con i suoi salici piangenti, i suoi laghetti, i tempietti in cui giocare a nascondino e le panchine su cui sedersi a gustarsi un pic-nic improvvisato. Se volete tenervi per mano lontano dalla folla, siete nel posto giusto.
Promenade Plantée

2) Passeggiare sulla Promenade Plantèe

Ho già parlato di questo meraviglioso angolo di Parigi in un altro post e, fidatevi, in primavera resterete affascinati da questo giardino fiorito e dai suoi splendidi scorci, ideale per camminare abbracciati stretti stretti.


3) Visitare la tomba di Abelardo ed Eloisa

Simbolo dell’amore eterno e contrastato, i due famosi amanti riposano, finalmente riuniti, nel cimitero del Père-Lachaise (Metro Gambetta o Père-Lachaise). Quale posto migliore per giurarsi amore eterno?

lunedì 4 agosto 2014

Bagaglio in barca: #5consigli per godervi al meglio la vacanza

Consigli per ottimizzare il bagaglio per una vacanza in barca a vela

Ottimizzare al meglio il vostro bagaglio per un viaggio in barca è essenziale. Una volta in navigazione, infatti, può essere complicato riuscire a rimediare ad una dimenticanza. 

Certo, vi potranno venire in aiuto i vostri compagni di viaggio, ma per stare tranquilli è meglio partire preparati, giusto?

Eccovi allora alcuni consigli ed una check-list per non dimenticare nulla d'essenziale e partire sereni.

1) Valigia o trolley? In barca lo spazio a disposizione è spesso ristretto, soprattutto su barche medio/piccole. Tenete quindi presente che il bagaglio rischia di diventare un fastidioso incomodo. Preferite borsoni o zaini, che è possibile ripiegare e riporre comodamente, a trolley e valigie rigide che non saprete dove infilare, col rischio di dover dormire abbracciati al vostro "forziere", perché non siete riusciti a sistemarlo altrove. Inoltre, tenete presente che chi si presenta a bordo con un baule delle dimensioni di un canotto, non fa certo una buona impressione sui compagni di viaggio, né tanto meno sullo skipper.

Cerata: mai senza!
2) Cerata sì, cerata no? E' vero, la cerata tiene molto posto nel bagaglio, ma è un capo fondamentale, anche in estate. 
Se proprio avete un'assoluta necessità di risparmiare spazio, potete rinunciare ai pantaloni, ma non lasciate a casa la giacca. Il tempo in mare può cambiare molto rapidamente e mi ringrazierete quando eviterete di finire bagnati fradici durante un temporale. 
Se il vostro giro prevede delle navigazioni notturne, tenete conto che in mare di notte può fare molto freddo, anche se vi trovate a navigare ad agosto alle Eolie. Il mio consiglio è di portare sempre con voi un pile leggero. (La foto che vedete me l'hanno scattata ad agosto in Corsica, non a dicembre a Capo Horn, per cui regolatevi di conseguenza).  

3) Scarpe da barca: devo proprio portarle? La risposta è SI'. Salvo quando la barca è ormeggiata o siete seduti in pozzetto, vi sconsiglio caldamente di camminare scalzi in coperta, perché le barche sono disseminate di diabolici trabocchetti rompi-dita (golfari, bozzelli, stopper), pronti a infliggervi dolori lancinanti.
Guanti: vi eviteranno dolorose bruciature
Le scarpe da barca devono essere traspiranti ed impermeabili ed avere una suola antisdrucciolo. Potete usare un paio di normali scarpe da ginnastica, a patto che abbiano la suola pulita e possibilmente bianca (per evitare di macchiare la barca).

4) Guanti. Se pensate di partecipare alle manovre, i guanti da barca sono un elemento indispensabile, per evitare dolorose bruciature. Sceglieteli con un buon grip e possibilmente con le dita di indice e medio intere.

5) Caricabatterie. Ricordatevi che le barche, salvo quando sono collegate alla corrente elettrica in porto, utilizzano prese 12 volt, per cui è indispensabile avere un caricabatterie. Il mio consiglio, soprattutto se la vostra vacanza prevede soste in rada, è di portarvi dietro una batteria di emergenza.







Ecco una check-list per delle cose essenziali:


















giovedì 31 luglio 2014

Bretagna di carta - 5 libri per scoprire lo spirito bretone


I miei ricordi della Bretagna sono un caleidoscopio di immagini e sensazioni: un faro sulla scogliera a picco sulle onde dell'Atlantico, il profumo pungente delle alghe sulla spiaggia, il sorriso schietto dei pescatori nei porti, le cassette per le offerte ai Sauveteurs en Mer, il vento che soffia forte nelle vele di Bachi-Bouzouk (la nostra barca), il miraggio dell’isola di Ouessant all'orizzonte, la corrente a 6 nodi dentro il porto di Benodet, le scorpacciate di ostriche e boulot ormeggiati nel porto di Souzon...

Dopo il mio ritorno a casa ho cercato dei libri che riuscissero a raccontare veramente lo spirito di questa terra meravigliosa, ad esprimere la vera “anima” Breizh. Ne ho scelti cinque, perché, ciascuno a modo suo, svela una particolarità dell’anima bretone.

Le cafè: “Il cane giallo”
In quest’ennesima avventura del commissario Magret nella provincia francese, Simenon descrive con efficacia l’atmosfera che si respira nei cafè, vero fulcro della vita delle cittadine bretoni, centro della vita sociale. Qui ci si incontra e, davanti ad un bicchiere di chouchen, si scambiano impressioni sul tempo, sulla pesca, sulla politica, ci si informa su quello che succede in paese. 
Se volete assaporare le atmosfere descritte nel romanzo, prendete una tazza di sidro al Bar Atlantique di Concarneau e guardate il porto che piano piano si svuota all’arrivo della bassa marea.
(GEORGE SIMENONIl cane giallo”, 1994, Adelphi)


La sfida dell’oceano: “Cacciatori di Tempeste”
Un libro meraviglioso, un vero must per chi ama la Bretagna e il mare. Racconta la storia (vera) del rimorchiatore d’alto mare Abeille Flandre, del suo capitano Carlos e del suo straordinario equipaggio, impegnati nel soccorso delle navi nel rail di Oussent e nel Canale della Manica, uno dei tratti di mare più trafficati e più pericolosi del mondo. Il racconto dei salvataggi e delle tempeste che si scatenano al largo della Bretagna vi lascerà senza fiato e vi aiuterà a capire il rapporto fra uomini e mare in questa meravigliosa terra.
(HAMON HERVE’ “Cacciatori di tempeste”, 2001, Mursia Editore)


Superstizioni Breizh: “La leggenda della Morte”

Immaginate di fare il marinaio in Bretagna, imbarcato all’inizio del ‘900 su un piccolo peschereccio a vela. Immaginate di dover andare a pesca d’inverno, quando il mare batte la costa con una violenza inaudita e una manovra sbagliata significa morte certa. E mentre lui lotta contro la tempesta, a casa la moglie e i figli restando in attesa del suo ritorno, senza poter comunicare, senza notizie per intere settimane, a volta mesi. Così ogni segno diventa un presagio, ogni incubo una premonizione di morte dei propri cari. La morte diventa una presenta persistente, un’entità da temere e da rispettare. Proprio la morte, in tutte le sue declinazioni (beffarda, crudele, inaspettata, misericordiosa) è la protagonista delle leggende raccolte da Anatole Le Braz in questo libro. Una lettura affascinante, anche se un po’ inquietante.
(ANATOLE LE BRAZLa leggenda della morte”, 2001, Sellerio Editore)

Personaggi bretoni: “ Parti in fretta e non tornare”
Vi chiederete perché ho inserito nella lista questo romanzo di Fred Vargas che non è ambientato in Bretagna, bensì a Parigi. Innanzitutto, perchè a Parigi, nel quartiere Montparnasse (dov’è ambientato il romanzo) c’è una importante comunità bretone e poi perché il personaggio di Joss Le Guerne, il banditore, uno dei protagonisti di questo avvincente thriller, è il perfetto prototipo del bretone burbero e sanguigno, del marinaio a cui l’oceano ha impartito una dura lezione che ha cambiato per sempre la sua vita. C’è molta Bretagna in questo romanzo: fantasmi che riemergono dal passato, racconti di naufragi, armatori senza scrupoli.
(FRED VARGAS Parti in fretta e non tornare”, 2004, Einaudi)

La costa bretone: “Il battello rubato”
Ancora un thriller per raccontare le atmosfere della costa bretone. 
Stavolta siamo a Camaret-sur-mer, vicino a Brest. Qui la costa s’innalza a picco sul tormentato Mar d’Iroise, creando paesaggi mozzafiato, come quelli di Point de Pen-Hir o di Point du Toulinguet col suo faro immacolato. 
Protagonista di questa avvincente storia è Mary Lester, l’intrepida investigatrice creata dalla penna di Jean Failler, che si trova suo malgrado ad indagare su un complicato mistero che coinvolge navi rubate, segreti militari e forze speciali. Come in tutti i romanzi dello scrittore bretone, il paesaggio e i luoghi della Bretagna non fungono solo da scenografia ma diventano protagonisti della storia. 
(JEAN FAILLERIl battello rubato”, 2006, Robin Edizioni)

Buona lettura!

martedì 29 luglio 2014

Alla scoperta di Orvieto: mosaici, labirinti e...piccioni



Il Duomo a mezzanotte
Orvieto è soprattutto il Duomo: il perfetto connubio dei marmi policromi e dei mosaici dorati, la meraviglia dei suoi bassorilievi dalla potente forza espressiva, gli affreschi del Beato Angelico nella cappella di San Brizio, quasi cinematografici nella loro drammaticità.
La cattedrale è il centro fisico e simbolico di questa meravigliosa città,  intorno alla quale si concentra la vita di abitanti e turisti.
Camminando per le viuzze strette, vi troverete irresistibilmente attratti dalla sua facciata e, col passare delle ore o al cambiare del tempo, la scoprirete sempre diversa, sempre nuova, sempre più affascinante.
Se ne avete la possibilità, prendete un calice di vino alla Cantina Foresi o all'Enoteca Al Duomo e godetevi un brindisi al tramonto.

Il Pozzo di San Patrizio
Ma Orvieto non è soltanto il Duomo, perchè sotto i vostri piedi, si snoda un labirinto di antiche cantine, pozzi, colombaie, frantoi, ripostigli e magazzini, scavati nel tufo sotto la città. Molti sono ancora utilizzati dagli orvietani che, avendo poco spazio a disposizione in superficie, nei secoli hanno ricavato nuovi spazi sotto le loro abitazioni.
Il Pozzo della Cava
Il Pozzo della Cava
La terra non è stata scavata soltanto per far posto a botti o frantoi, ma anche per cercare il bene più prezioso: l'acqua. Il pozzo più famoso, quello di San Patrizio, è una fantastica opera di ingegneria che scende nel sottosuolo per più di 50 metri. Quello che però ci ha colpito di più  è stato il Pozzo della Cava, per due ragioni. Innanzitutto, per la sua storia. Il pozzo è stato scoperto per caso all'inizio degli anni '80 dal signor Ersilio che si è imbattuto nei resti  mentre stava ristrutturando casa. Invece di ricoprire tutto, questo attempato Indiana Jones ha finanziato di tasca propria gli scavi e ne ha fatto un museo aperto al pubblico. L'unico museo d'Italia gestito dalla famiglia che ne è proprietaria. 
Vi consiglio di visitarlo, non soltanto perché è un monumento di sicuro interesse storico e didattico, ma anche per sostenere questa lodevole iniziativa.

Orvieto sotterranea
Se siete affascinati da questo mondo sotterraneo e volete approfondirne la conoscenza, il modo migliore è partecipare ad uno dei tour organizzati da Orvieto Sotterranea, che partono a diversi orari dalla biglietteria vicino al Duomo. Accompagnati da un'esperto archeologo abbiamo scoperto che le grotte sono state scavate sotto la città fin dai tempi degli Etruschi e sono state utilizzate per svariate attività, fra cui quella dell'allevamento dei piccioni.
Ma perchè proprio i piccioni? 
Perchè in caso d'assedio questi uccelli sono in grado di cibarsi autonomamente uscendo in volo dalla città, a cui fanno ritorno ogni sera sera. Inoltre (come ben sanno gli abitanti di Milano e Venezia) sono molto prolifici e, quindi, costituiscono una fonte quasi inesauribile di cibo. 
Oggi nelle grotte sotto Orvieto non vengono più allevati questi animali, ma il piccione alla leccarda resta un piatto tipico della cucina orvietana. Se volete assaggiarlo, potete prenotare da Aronne, un ristorante molto grazioso vicino alla Torre del Moro, in cui potrete assaporare la vera cucina orvietana, accompagnata da un'ottima carta dei vini.


Dormire:
La Magnolia
http://www.bblamagnolia.it/
Via del Duomo, 29
05018 Orvieto
Tel. 0763.342808
Meraviglioso B&B a due passi dal Duomo. Camere ben arredate e pulitissime. Ottimo rapporto qualità prezzo.


Mangiare:
Trattoria del Moro (da Aronne)
http://www.trattoriadelmoro.info/
Via San Leonardo, 7
05018 Orvieto
0763-342763
Ottima trattoria in pieno centro storico. Piatti tipici e ambiente caldo e accogliente. Obbligatorio prenotare.


Bere:
Enoteca Al Duomo
http://www.enotecaduomo.com/
Piazza del Duomo, 13
05018 Orvieto
Tel. 0763-344607

Bellissima enoteca con affaccio sul Duomo. I gestori sono gentilissimi e molto preparati. Ottimo l'aperitivo accompagnato da meravigliosi salumi e formaggi locali.

Prodotti tipici:
Fratelli Mocetti (Macelleria- Norcineria)
Via Malabranca 2/4
05018 Orvieto
Tel. 0763-344737
Salsiccie di fegato speziate, guanciale stagionato, salami al finocchietto, pecorini e, sopratutto, una divina PORCHETTA. Se amate i salumi, non perdetevi questo indirizzo.









 




venerdì 25 luglio 2014

Col vento nelle mani (la mia prima volta in barca a vela)


La barca a vela ha fatto parte dei miei sogni fin da bambina.
Per addormentarmi, mio padre mi raccontava storie di mare e di vento, di barche sospinte da brezze leggere su acque turchesi, di pesci colorati che nuotavano sotto la prua accarezzata dalle onde e di velieri ormeggiati davanti a candide spiagge caraibiche.

La vela era il suo sogno ed è diventata il mio sogno.
Un sogno che ho chiuso in un cassetto, mentre invidiavo un po’ gli amici che partivano per un corso coi Glenans o a Caprera.

Poi, quattro anni fa, durante uno di quei periodi in cui uno sente l’urgenza di rivoluzionare il proprio mondo, ho deciso di aprire quel cassetto. 

Era la Pasqua del 2009 e volevo passarla lontana dalla mia famiglia, dall’agnello al forno, dalla colomba e dalla grigliata con gli amici.

Cercai su internet e capitai sul sito di Flash Vela. Guardai le foto delle barche e, senza pensarci troppo, li contattai per iscrivermi al corso base.

Il sabato mattina, prima dell’alba, ero già in macchina diretta verso Sanremo.

Arrivata in porto, incontrati Roberto Raineri, il mio Maestro, e insieme andammo a vedere La Rossa, che sonnecchiava sull’acqua: slanciata e bellissima.

Dopo la lezione di teoria, mollarono gli ormeggi e uscimmo in mare.
La Rossa oscillava a destra e sinistra, seguendo il ritmo delle onde e, mentre venivano issati la randa e il fiocco, io fissavo la punta dell’albero che mi sembrava altissimo.
Poi, iniziammo a bolinare e, mentre la barca piano piano s’inclinava seguendo il vento, il mio sorriso si allargava sempre più.
Ero la donna più felice al mondo, mentre il vento mi scompigliava i capelli e gli spruzzi d’acqua fredda mi bagnavano il viso.

Ho capito, in quel momento, che avrei potuto vivere su una barca per sempre, come i protagonisti dei racconti di mio padre.

Quando fu la mia volta al timone, presi quella ruota un po’ titubante, senza saper bene cosa fare. Sotto la guida di Roberto (“orza ancora un po’”, “poggia”), cercai di seguire una rotta, senza farmi troppo distrarre da quella continua ondata di emozioni. Seguendo le mie mani, che stringevano troppo stretta la ruota, La Rossa danzava sicura nel vento, cavalcando leggera e veloce le onde. Dentro di me ridevo di gioia, perché mi sembrava di procedere velocissima sull’acqua, anche se non stavamo superando neppure i 6 nodi (poco più di 10km all’ora…).

Da quel momento, il vento mi è entrato sotto pelle e la vela non mi ha più lasciato. 
Su una barca a vela ho conosciuto mio marito e ogni volta che metto piede a bordo, so cosa significhi veramente essere Felice.

giovedì 24 luglio 2014

Isola del Giglio: per fortuna non c'è solo la Costa Concordia

Ci sono posti dove il vento è di casa.
Talamone è uno di questi e proprio da questo incantevole angolo di Maremma, inizia il nostro week-end in barca a vela, a caccia di vento ed emozioni.

Arriviamo la sera tardi, il borgo è illuminato, le barche sonnecchiano sull’acqua scura. Dopo aver caricato a bordo di Razza Clandestina i nostri bagagli e la cambusa, ci godiamo una birra fresca nel bar davanti al porto.

Talamone
La giornata per i marinai inizia presto e sono da poco passate le 10.00 quando molliamo gli ormeggi in direzione Giannutri. Il vento è piacevole (una decina di nodi) e ci permette di tenere una comoda andatura al lasco. Arrivati vicino all’Argentario, Eolo ci spegne il vento. Ci consultiamo rapidamente: mancano circa 8 miglia a Giannutri e nessuno ha voglia di farsi più di due ore col rombo del motore nelle orecchie.


Isola del Giglio - Cannelle
Davanti a noi c’è l’isola del Giglio e la nostra destinazione è presto decisa: si va alle Cannelle, una bellissima insenatura vicino alle famigerate Scole. Diamo ancora in un angolo non troppo affollato e ci godiamo un bagno nell’acqua turchese, nuotando fra le occhiate.

Ormai è quasi sera e ci dirigiamo verso la baia di fronte a Campese, dove passeremo la notte. Per arrivarci passiamo davanti a Giglio Porto. Lo sguardo viene irresistibilmente attratto dal relitto della Concordia: un mastodontico scempio di lamiere, inclinato paurosamente davanti al porto, che nasconde completamente il piccolo paese.

Costa Concordia
In questi ultimi 30 mesi, l’immagine di questo meraviglioso angolo di Toscana è stato indissolubilmente legato a quello del disastro della nave da crociera e al disperato tentativo di rimediare ad quel tragico episodio di incompetenza nautica. 
Visto da vicino l’immenso relitto è veramente impressionante e mi rendo conto del sospiro di sollievo che ieri hanno tirato i gigliesi, quando la Costa Concodia ha mollato gli ormeggi, liberando l’isola da questa maledizione.

Punta del Fenaio - Il Faro
Giglio Campese
Isola del Giglio - Tramonto
Doppiamo Punta del Fenaio, mentre il sole comincia a calare, e ci ancoriamo davanti a Giglio Campese, con le sue strutture residenziali e la bella spiaggia, vicino ad una torre d'avvistamento.
Sullo sfondo, abbarbicata sulla cima del promontorio, si vede Giglio Castello.

Il vento ci ha messo fame e ci godiamo un abbondante aperitivo ammirando il tramonto, mentre il sole che tinge d’oro la baia.

Rilassati e soddisfatti, guardiamo il cielo che si accende di migliaia di stelle, cullati dalle onde.


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